Si passa la gomma sul foglio di carta
che esausto non contiene più parole;
si osservano gli anni divenire cenere
e i mattini cominciare come tramonti mancati
e notti che non iniziano e finiscono mai
ma continuano a partorire sogni d’erotismo cartaceo.
E poi si legge la solita poesia che parla di niente e di
tutto
e forse si comprende, sgomenti e divertiti, che il silenzio
sa riempirsi di versi come di voci che non ci sono più
ma che nelle notti e nei giorni di ieri e domani
sussurrano ancora parole leggere che piacciono ai bambini.
La sera si appoggia con vaga indolenza contro i muri
e il solito cane, annoiato, abbaia alla luna, senza
fantasia,
mentre cominciano proprio nelle ore più nere
i tanti viaggi al termine della notte
che non troveranno mai pagine e penne narranti.
Mi giungono suoni di mancanza eppure di dolcezza intrisi; un incontrarsi o, meglio, un ri-conoscersi di-versi in suoni e sensazioni comuni...un "viaggio al termine della notte", che è già preludio di giorno nuovo..
RispondiEliminaComplimenti. tanti. un piacere, legger-Ti
AnGre
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Elimina"carta di riso
RispondiEliminaorganza rossa
un pensiero indefinito
il silenzio
eco nella notte
tanto muto da confondere."
perdona la mia solita dislessia emozionale. ;)
un saluto.
Nessuna dislessia, Lady, anzi bentornata!
RispondiEliminapasso per un saluto
Eliminae per ringraziarti dell'ultimo commento che hai lasciato nel vecchio blog