sabato 19 ottobre 2013

LE FOGLIE NON MUOIONO QUASI MAI



 
Metafora di cose e colori che stingono:
un giorno d’autunno è una luce in meno
e un nero pensiero in più che salta sulla testa.
O forse un saluto bifronte, un addio e un benvenuto,
a quello che non si avrà e non si è avuto mai.
L’uomo andò a caccia
e tornò felice con una grossa preda in mano,
ma s’accorse di aver sparato solo a se stesso,
avendo smarrito il limite tra cacciatore e cacciato.
Nemmeno in autunno si attenua
lo scandalo dello stare al mondo
senza rendersi conto di niente mai.
Intanto la natura s’addormenta,
uccelli gravidi di piombo vanno in paradiso,
la terra diventa marrone e rossa,
ma solo pochi uomini s’interrogano sul perché,
sul motivo per cui nulla finisce e nulla inizia
eccetto a volte le loro esistenze, le loro ambizioni,
il loro catarro.
È il colore che sale dalla terra agli alberi,
è la morte felice delle foglie
l’autentico scandalo di questo tempo,
è il loro accartocciarsi diventando bellissime
il loro morire esplodendo in solari colori
di rosso, di giallo,
che impasta di sé la terra ogni autunno
a togliere il fiato agli alberi.
Una festa è la morte
dei loro vestiti.

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